Italia a rischio multa Ue per emissioni CO2

Italia a rischio multa Ue per emissioni CO2

Trasporti responsabili del superamento dei limiti: serve un piano entro il 2025

Italia a rischio sanzione da 25 miliardi per le emissioni: colpa dei trasporti

L’Italia ha superato per il terzo anno consecutivo i limiti di emissioni di CO2 imposti dall’Unione Europea, mettendo a rischio una sanzione da oltre 25 miliardi di euro. Un dato allarmante, soprattutto perché gran parte delle emissioni proviene dal settore dei trasporti, il più difficile da convertire in chiave sostenibile. Il primo controllo ufficiale scatterà nel 2025, ma le conseguenze economiche si sentiranno già entro il 2027. Serve un piano immediato per evitare un salasso ambientale e finanziario.

Le emissioni in Italia: perché siamo fuori dai limiti

Cosa prevede il regolamento Effort Sharing

Il regolamento europeo Effort Sharing obbliga l’Italia a ridurre le emissioni del 43,7% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. I settori coinvolti sono:

  • Trasporti

  • Edifici residenziali e terziari

  • Agricoltura

  • Rifiuti

  • Industria non-Ets

Secondo ISPRA, nel 2023 le emissioni dai trasporti hanno superato di 8,2 milioni di tonnellate il limite assegnato, dopo aver già sforato per 5,5 e 5,4 milioni rispettivamente nel 2021 e 2022.

Il peso dei trasporti: +8,2 milioni di tonnellate di CO2

Nonostante un calo complessivo delle emissioni del -6,8% rispetto al 2022, il settore dei trasporti continua a crescere, contribuendo per il 28% alle emissioni totali. In particolare, è il trasporto privato a pesare maggiormente, complicando il raggiungimento degli obiettivi climatici.

Il costo delle quote: quanto ci costerà inquinare?

Per evitare la sanzione, l’Italia dovrà acquistare quote di CO2 sul mercato europeo. Ma il prezzo, vista la domanda, potrebbe schizzare alle stelle. Come ha dichiarato Chiara Di Mambro del think tank Ecco, “tutti i Paesi sono nella stessa situazione: il costo sarà alto e inevitabile”.

Il paradosso dell’automotive e il Green Deal

Il settore auto è al centro di un paradosso europeo. L’automotive dà lavoro a 13 milioni di persone e rappresenta il 7% del PIL europeo. La spinta verso l’elettrico voluta dalla Commissione Europea incontra però resistenze: i produttori e i partiti conservatori chiedono più tempo e flessibilità. Anche la premier Giorgia Meloni chiede una moratoria del Green Deal in risposta alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.

Cosa può fare l’Italia per rientrare nei limiti?

Entro la fine del 2025, il governo dovrà varare un piano di rientro credibile, che includa:

  • Investimenti nel trasporto pubblico
  • Conversione del parco auto verso l’elettrico
  • Incentivi per l’efficienza energetica nelle abitazioni
  • Accelerazione delle politiche di decarbonizzazione

Senza un’azione rapida, il rischio è quello di pagare non solo in termini ambientali, ma anche economici e politici.

Eros Santoni

Blogger multidisciplinare con una passione per l'analisi e la connessione di idee, Eros unisce competenze eclettiche per offrire una visione a 360 gradi sui temi della sostenibilità. Attraverso ecosostenibile.org, esplora argomenti che spaziano dalla scienza e tecnologia alle arti e alla cultura, sempre con un focus sull'impatto ambientale e sociale. Eros crede che la vera innovazione nasca dall'intersezione di discipline diverse, lavorando per ispirare un cambiamento positivo e consapevole.

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